VAN GOGH
La forza del colore
Van Gogh prese il vero a pretesto per parlare di sé stesso e del suo mondo interiore tormentato; il colore divenne simbolo delle sue passioni, così come il tratto contorto e dinamico delle sue pennellate dense e pastose simboleggiò la sua tensione esistenziale. In questo senso, egli fu l’ultimo dei romantici e ne fu consapevole: «dipingerò l’infinito», scrisse a Theo. Per Van Gogh il colore ebbe dunque il valore di una metafora; in esso era insita una capacità di persuasione autonoma. Allo stesso modo, i suoi soggetti non erano dipinti per sé stessi ma venivano trasfigurati, diventando la metafora di un contrasto inconciliabile fra la vita reale e la vita interiore dell’artista.
un trionfo di giallo intenso, caldo, ottimista, steso con pennellate dense, materiche, che rendono la superficie del dipinto scabra, grumosa, solida, come quella stessa terra da cui i fiori vengono generati. Dipingendo i girasoli, Vincent riuscì a far esplodere un mondo di luce e trasformò un semplice soggetto da natura morta in un’efficace metafora dell’energia creatrice e della forza vitale della natura.